Estanislao Kowal- Roberto Turrinunti, recensione Libera

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debdea
view post Posted on 20/3/2011, 08:06




Recensione di "Estanislao Kowal-Argentina 1976-1983: il dramma di un desaparecido romagnolo", di Roberto Turrinunti





Nel corso del 2010, "quando nulla era avvenuto o dormiva solamente nei nervi e nel cuore" (pavese, diario, 9 dicembre 1945), Roberto Turrinunti mi diede da leggere l'incipit di Estanislao Kowal. Le prime righe mi hanno conquistata:

"Ho passato questi ultimi mesi di vita nel silenzio di questa cella, nell'angoscia di ore che scorrono lentamente. Tra non molto i militari mi caricheranno, assieme ad altri miei compagni, in uno dei loro camion, usati per gli spostamenti. Ci porteranno chissà dove; quasi sicuramente ci uccideranno. Dal momento in cui varchi la porta di questo inferno, la vita reale perde ogni significato. Non ci sono speranze. Non c'è pietà. Qui dentro tutto è dolore. Mi chiedo solo che cosa ne sia stato della mia famiglia, di Graciela, di tutti i miei più cari amici. Tutto ciò che mi resta da fare è continuare a pensare, a scavare nella memoria".

Adesso quel sogno di Roberto, quello di dar voce ad uno degli episodi più disperati della nostra storia collettiva, il dramma dei desaparecidos argentini, ha preso forma e colore, caratteri e spessore. Ed è diventato un libro.
Un libro piccolo e semplice, eppure tanto forte nel suo atto di denuncia verso l'orrore che può investire improvvisamente la storia umana, da emanare letteralmente una forza, sprigionare un'energia potente, la stessa che ha pervaso il suo autore al momento in cui qualcosa, un irrinunciabile imperativo interiore, gli ha suggerito di dar voce a questo racconto di disperazione e insieme di speranza.

Turrinunti è un esordiente. Ha quella passione, quello slancio emotivo preziosissimo che molto spesso caratterizza gli autori alla loro prima storia, uno slancio che contagia, si evince dal suo facebook perennemente pervaso da messaggi che provengono da quella lontana Terra del Fuoco, messaggi d'amore, di gratitudine e fratellanza che i parenti di tanti desaparecidos, italiani e non, gli mandano a getto continuo, al punto da dissuadere chiunque volesse spezzare l'incanto di quella magia con i soliti messaggi egocentrici che intasano spesso le bacheche degli amici su facebook, dal farlo.
Si evince dalla dedica con cui ha voluto impreziosire la mia copia di "Estanislao", in cui mi invita a "non perdere mai la voglia di schierarmi dal giusto lato della verità, della memoria e dei sogni".

Oggi un solido lavoro di editing ha sapientemente bilanciato emozione e piglio documentaristico e ha fatto di "Estanislao Kowal", il libro, l'opera prima di un giovane autore che ha lottato e continua a lottare per consegnare questa preziosa testimonianza al mondo. Ma ha fatto anche di Estanislao Kowal, il meccanico italo-polacco sparito sotto la dittatura argentina, l'esempio tangibile di qualcuno che ha aspettato tanto, da lassù, ovunque si trovi ora, per guidare la mano e l'anima di Roberto fino a ritrovare finalmente quella Voce che con ferocia disumana, un giorno, gli fu strappata.

debora de angelis (mecenate)
 
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view post Posted on 7/4/2011, 08:13

Giullare

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"E' lecito uccidere per una ideologia?"

I libri o film paurosi, quelli dove ci sono un mucchio di mostri, orribili e malvagi e spietati, non sono mai riusciti a terrorizzarmi. In genere i bambini si spaventano con poco, io no, mio cugino - di qualche anno più grande - ha tanto provato in quegli anni a spaventarmi con qualche film... niente, io ridevo. Ridevo del suo tentativo e mi appassionavo alle storie che guardavo, o al massimo, se c'era troppo sangue senza nessun senso logico, giusto per il gusto di spargerlo dappertutto nella pellicola, mi disgustavo ma mai tremavo.
Lo stesso per i libri e i film che hanno l'intendo di commuovere, di portarti al pianto... niente lacrime.
Diverso invece accadeva per un thriller... perché un thriller non era tanto lontano da una realtà. Non c'erano mostri orribili o fantastici... era qualcosa che poteva succedere. Ma sapevo che anche questa, in fondo, era fantasia.
La fantasia. C'è un limite alla fantasia?
Pirandello avrebbe detto di sì, è la realtà. Quando scriviamo una storia, per quanto fantasy possa essere, cerchiamo sempre di mantenere un appiglio con la realtà... perché altrimenti il lettore non ci crede. La trova troppo assurda. Ma quante volte si è invece definita assurda la realtà?
La realtà. C'è un limite alla realtà?
No, nessuno.

Ho passato la prima metà del romanzo ad asciugarmi gli occhi, perché non riuscivo più a leggere... Mi capita quando leggo o guardo una storia vera, raccontata con sentimento e verità... E vera.
Gli umani sono terribili.
Peggio di ogni incubo. Da un incubo ti risvegli. Un libro si può richiudere. Ogni film ha il suo the end. Ma nella realtà, gli umani, non hanno limiti.
E sono terribili.

"E se mi ci fossi trovato io al posto di uno di loro?"

Neppure io, come Roberto, ho la risposta. Potrei usare la fantasia e immaginarmi milioni di scenari differenti. Alcuni mi farebbero onore altri meno, ma potrei non sfiorare mai neppure di striscio ciò che sarebbe accaduto in realtà... a me.
Però, se me lo chiedo, se ce lo chiediamo tutti quanti, se non smettiamo di chiedercelo tutti quanti, forse accadrà che non dimenticheremo. Come Roberto ci ripete di continuo nel suo romanzo. Come lo ripetono molti eroi che vi appaiono. Una storia per non dimenticare. Un libro per non dimenticare. Estanislao per non dimenticare.
Devo confessare la mia ignoranza: non sapevo nulla di questa vicenda. In nessun libro di storia scolastico che mi è capitato tra le mani, ho mai trovato anche solo un accenno a ciò che accadde tra il 1976 e 1983 in Argentina... e sai cosa ho finito per pensare, Roberto?
Che uno dei motivi che ti hanno portato a respirare in questo mondo, in questo momento, è questo romanzo: dovevi raccontarlo. Dovevi affidarlo al tempo. Alla Storia attraverso un libro. A noi. Ai futuri noi.

Perché ora esiste, per chi vorrà sapere, esiste ed esisterà per sempre. Si potrà far finta che non ci sia ma esisterà comunque. E per sempre.

Perché l'uomo è terribile ma c'è sempre il suo opposto. C'è l'opposto di ogni cosa. Bene e male. Luce e buio. Amore e odio. Cuore e testa. Caldo e freddo...
Estanislao, Elda, Valeria, Teresa, Enrico, Orlando... sono gli opposti. Anche tu adesso sei fra questi opposti.
L'uomo è terribile ma è anche splendido... se vuole.
 
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1 replies since 20/3/2011, 08:06   269 views
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